Curriculum Vitae

CURRICULUM VITAE

Ho iniziato all’età di 10 anni a occuparmi di modellismo.

All’inizio ho incominciato a costruire barche a vela semplici per arrivare negli anni a modelli di circa due metri di altezza con spinnaker e timone a vento automatico: erano i Classe M che regatavano nelle apposite vasche o nei laghetti di adeguata dimensione.

io sono il primo a destra, con Vieri Bandini a sinistra, e in mezzo un amico di cui non ricordo il nome, sulla spiaggia del Forte dei Marmi con un modello del 6 metri allora di moda al Forte.
il mio classe M, tratto da un un vecchio progetto, con un semplice timone automatico.I l primo di molti altri.

 

La classe M (Marblehead) ha avuto uno sviluppo enorme in Inghilterra dove c’erano molte vasche preparate proprio per le regate. Nel 1970 i modelli della classe M più progrediti erano la copia esatta o quasi della classe Imoca 60′ che sarebbe arrivata 50 anni dopo!!! Scafi plananti piatti e larghii, deriva profonda  e stretta, simile ad un’ala di aliante con bulbo idrodinamico, piano velico stretto e alto… Qui sotto potete vedere un classe M piuttosto sofisticato (costruito in fibra di vetro, stampata dal modello in legno) che esemplifica ciò che dicevo.

Il complesso timone automatico autovirante. Con un bastone bastava allontanare la prua dal bordo della vasca perché il timone virasse automaticamente sul bordo opposto
Mimmi al timone del PIMS (Pirelli – Mimmi Sozzani: i due proprietari) mentre io mi occupo della scotta sottovento dello spi in una Giraglia con poco vento.

Tre anni prima delle Olimpiadi avevo incominciato a regatare sugli yachts della terza classe RORC. (vedi foto sopra) Un compagno di scuola di mio padre mi aveva presentato a Emilio Sozzani (Mimmi) assicurandolo che sarei stao un membro dell’equipaggio valido. Iniziò così un’amicizia che durò oltre vent’anni sulle varie barche che passarono dalla terza classe alla seconda e alla fine a uno splendido One Design da crociera: il Mews, una barca in alluminio con delle dotazioni da super yacht, disegnato proprio per le nostre richieste. Per esempio la cuccetta della mia cabina era oltre i due metri di lunghezza dato che io ero alto 1,92 !!!

Quasi contemporaneamente ho iniziato a costruire aerei e missili, ma non modellini: missili veri, in metallo, con carburante solido e sistema elettrico di decollo, costruiti in garage. La passione era nata da un articolo che avevo trovato su una rivista americana che, negli anni 60 insegnava a costruire missili che arrivavano a circa 1,50 metri di altezza e a una quota di 4.000/6000 metri usando come carburante o zinco metallico e zolfo o Clorato di potassio e zucchero fusi con un forno elettrico per arrivare a una pasta semiliquida da colare nel corpo del missile…. Il mio era più piccolo, per questioni di sicurezza (leggi: non volevo rischiare di far saltare il garage e la casa in caso di incidente.) arrivò a circa 1200 metri (misurati con un teodolite) Qui ne vedete uno dei primi, nel 1964, appoggiato alla rampa di lancio con l’innesco elettrico che sporge dall’ugello.

nel 1960 la mia passione per l’arrampicata, nata a Milano qualche anno prima e allenata sulle rocce dei Giardini Pubblici di via Palestro, o a casa di Vieri Bandini, (figlio di Bandino Bandini comandante del sommergibile Toti che nella seconda guerra mondiale affondò un sommergibile inglese a cannonate … ((Vedi in rete: Con la pelle appesa a un chiodo nel 1940)) Da sottolineare che il Toti esposto al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano è chiamato Toti per ricordare questo episodio, che è stato l’unico in tutta la guerra).

Nella foto sotto potete vedere un allenamento alla discesa in corda doppia messa in opera leggendo, in tempo reale e ad alta voce, le istruzioni del libro “Neige et Roc” di Gaston Rebuffat; utilizzando il balcone di Vieri come parete da scendere…)

dal 5° piano di casa di Vieri

La passione, dicevo, mi ha portato a salire il Campanil Basso di Brenta, salita che ricevetti come premio da papà per una maturità decente (1959/60?). Gli scarponi erano dei Cassin pesantissimi che però allora si usavano dappertutto, (ci avevo fatto le 13 cime del Cevedale l’estate precedente). La corda era una 50 metri della guida che ha condotto la salita, essendo per me la prima uscita vera in montagna. Nella foto qui sotto vedete il sistema di incordatura in voga allora! Non oso pensare cosa sarebbe successo in caso di volo nel vuoto!

 

Un’altra conoscenza che rimonta ai primi anni di scuola fu Piero Ravà. Studiavamo nello stesso liceo e lui era già, a 17 anni, un forte alpinista, ma non aveva ancora la patente che io invece avevo essendo due classi avanti a lui. Dopo qualche chiacchierata decidemmo un giorno di andare in Grigna al Medale per salire la Cassin…. Telefonai a casa dicendo a mia mamma che avrei pranzato a casa di Piero e poi avrei studiato da lui. Ma eravamo già a Lecco e avevo guidato l’auto del padre di Piero. Incontrammo il “Canela” ovvero Pier Lorenzo Acquistapace, uno dei Ragni e amico di Piero. Mi ricordo che Acquistapace camminava sulla via come su un marciapiede e arrivammo in cima in un’ora e 10. Al ritorno a MIlano Piero mi permise di fare una doccia per ritornare a casa vestito e pulito in modo decente.

Dopo un anno o due Piero mi propose di tentare con lui l’invernale dell’Italia 61 Una via con molto artificiale dove io mi muovevo già bene essendo molto alto. La via era stata aperta chiodando al limite: rimanendo in piedi su due staffe e trattenuto da un cordino ben teso. In questo modo ogni chiodo era molto lontano e io ero in grado di moschettonare senza ripetere il sistema usato dall’alpinista che l’aveva aperta. Piero disse che bisognava però bivaccare per provare la qualità del materiale. Salimmo così la Cassin al Nibbio e bivaccammo sul terrazzino che c’è quasi all’uscita. Il materiale era quello degli anni 60 e le nostre facce al risveglio lo dichiarano perfettamente.

 

 

 

 

 

Sia la barca a vela, che gli aerei, che l’alpinismo facevano parte dell’eclettismo che ho sempre privilegiato alla specializzazione: una scelta che, ovviamente, porta alla mediocrità quasi certa in ogni sport. Mediocrità che ho sempre considerato più interessante rispetto a una specializzazione che non mi avrebbe, probabilmente, garantito risultati mondiali… In effetti solo nella vela ho avuto degli ottimi risultati.

Dopo 4 anni di regate sul Flying Dutchman (che avevo comperato con i proventi delle serate e delle feste cui andavo con un gruppo musicale dove facevo il chitarrista), venni invitato a partecipare alle Selezioni dei Giochi Olimpici del 1972 di Munchen (Monaco di Baviera: quello dell’attentato dove morirono 12 atleti della squadra israeliana) dove, con Pietro Palloni arrivai quinto: risultato che chiuse il periodo delle regate in deriva ad alto livello (troppo costose)  per aprire quello delle regate sulle barche grandi. Mi ricordo soltanto che in Sardegna, in una delle regate per le Selezioni Olimpiche, che furono tutte corse con il vento ai limiti concessi alla classe (17 m/s !) arrivammo terzi dopo esserci rovesciati sotto spinnaker solo due volte!!!! Questo vi da un’idea della competitività dei partecipanti. Molti di coloro che andarono alle Olimpiadi sono oggi famosi timonieri a livello mondiale.

Selezioni dei Giochi Olimpici di Monaco 1972. Maggio in Sardegna. 3/4 d’ora per arrivare sul campo di regata, due ore e mezza per la regata e altrettante 3/4 per rientrare…. morti. Il vento spesso arrivava al limite dei 32 nodi che mi pare di ricordare erano il limite masso permesso.

Idem per l’aviazione. La passione doveva essere nata da lunga data come dimostra la foto qui sotto, (avevo 4 anni, scattata a Viareggio).

Ma a parte gli scherzi, quando fui abbastanza autonomo economicamente mi avvicinai agli aerei veri. Brevettato a Venegono Inferiore ,incominciai a volare in giro per l’Italia con la mia futura moglie (anch’essa pilota) spesso andando a studiare le pareti delle montagne che amavo. Qui sotto la parete nord del Pizzo Badile e quella dell’Eiger, prese dal Cessna Rocket I-CCAB dell’Aero-club.

Dopo un centinaio di ore o più sugli aerei del club ebbi la fortuna di conoscere Alberto Albinati che volava, in giro per l’Europa (e non solo) con il proprio bimotore, per la propria attività lavorativa, Voleva un secondo che gli facesse compagnia… e mi ritrovai a volare sul serio… prima su un Cessna 421 (un bimotore con motori a pistoni), poi su un Super King Air 200: una macchina da 13 posti con due splendide turbine PT6 che vedete qui sotto!

Alberto Albinati sulla scaletta con la moglie e un’amica. Stiamo decollando per Ivalo: l’aeroporto più a nord della Finlandia aperto in inverno. Un modo di volare che nulla aveva a che vedere con quello fino ad ora sperimentato. Non più bello, semplicemente diverso.

Ognuna delle mie passioni giovanili dimostrarono che l’eclettismo era vincente sulla specializzazione, almeno per me. Volare o fare lo skipper erano simili: scoprii, per esempio, che la navigazione e la meteorologia si basavano sulle stesse regole e anche l’alpinismo richiedeva di saper leggere le carte e di conoscere la meteo in modo sufficiente. Uno sport aiutava l’altro e viceversa. Con gli anni Vela, Volo e Alpinismo/arrampicata mi portarono a collaborare con varie riviste di settore e a viaggiare per il mondo creando così la base per quello che sarebbe diventato poi il mio mestiere successivo.

Laureato in architettura nel 1970, praticai la professione per 15 anni, lavorando al tempo stesso come giornalista-fotografo specializzato in viaggi, avventura e sport estremi. Fu un esperienza straordinaria: 

la copertina del cinquantenario di Vela e Motore

Allora, un fotografo che sapesse scrivere in modo decente aveva enormi possibilità (il capo redattore di Vela e Motore diceva che doveva riscrivere ogni mio articolo, ma comunque una copertina su tre aveva la mia firma e anche quella del cinquantenario lo fu)  Faceva risparmiare ai proprietari un inviato e al tempo stesso garantiva le conoscenze necessarie per quel tanto di gossip tecnico o personale che piaceva alle riviste che mi mandavano in giro per il mondo. “Il nostro inviato dalla barca di Leopoldo Pirelli” era un sottotitolo che faceva impazzire di gioia la redazione e poco importa se il co-proprietario del PIMS (Pirelli-Mimi Sozzani) era il vero skipper sempre presente e se Pirelli l’abbiamo visto si e no due volte. Idem per i viaggi. Week End era un mensile che accettò varie proposte di rubriche che durarono anni: dallo “Sci fuori Pista nelle Alpi” (allora, fortunatamente, non si chiamava ancora Free Ride) alle “crociere colte” ovvero proposte di crociere in barca dove l’argomento centrale era l’aspetto architettonico o culturale del tragitto (la costa sud della Turchia, per esempio, sede di capolavori architettonici e archeologici della Grecia antica) … e così Gente Viaggi, Barche ecc.

Collaborazioni Editoriali

Tra I ’60 e I ’70 collaborai con VELA & MOTORE la più conosciuta rivista di vela, come fotografo e giornalista firmando decine di articoli e copertine. Negli stessi anni collaborai anche con la rivista BARCHE.

Negli anni ’70 firmai tutte le foto e i disegni di due libri sulla vela intitolati rispettivamente “DERIVE” e “BARCHE OLIMPICHE E LEVEL CLASS” per l’Editore De Agostini

Negli anni ’80 collaborai, come fotografo e giornalista per quattro anni, con WEEK END: importante rivista di viaggi, firmando decine di articoli e copertine e curando una rubrica mensile di 6 pagine sul Fuori Pista e lo Sci-Alpinismo nelle Alpi.

Ho venduto articoli e foto a varie riviste: NAUTICA, GRAZIA, COSMOPOLITAN, Sole 24 Ore (per questo quotidiano ho tenuto per due anni una rubrica sul supplemento domenicale), ALP, AMICA, GENTE…

Sempre negli anni ’80 incominciai a firmare alcuni articoli per la rivista di alpinismo “ALP” a presentazione dei miei film di montagna. Per esempio:

THE TIME MACHINE” il primo film di fantascienza sugli sci in cui un campione di telemark viaggia nel tempo…

FACE TO FACE” un thriller basato sul personaggio di un campione di sci spaventato …. Da se stesso

ACQUA, NUVOLE E PICCHI” il primo film al mondo (di arrampicata) che è stato girato in Cina.

Negli anni ’90 scrissi con Andrea Gobetti, lo script dei documentari basati su storie originali, (Buildering, Icefalls, Canyoning e B.A.S.E. Jump in U.S.A.) per la serie televisiva Sector No Limits apparsa si ITALIA 1 e inventai il format televisivo per la serie No Limits.

Dal 98, per alcuni anni collaborai con FIT FOR FUN. Scrissi molti articoli di viaggio, di natura e sport “estremi” sia a sostegno di miei documentari sia per la presentazione di luoghi particolari. Per esempio:

Francois Legrand: Cimbing in Thailand”. Un articolo di 12 pagine su Phra Nang. (esiste anche un film di un’ora che andò sulla RAI 

Collaborai anche con GENTE VIAGGI, firmando molti grandi articoli (12-20 pagine) che trattano il tema della natura e della wilderness nei Parchi Nazionali Americani e nell’Oceano Pacifico

Yosemite contro Yellowstone” per esempio, o “The Great Circle” sulla wilderness dei Parchi USA del deserto.

Serie televisive, Documentari e Pubblicità

All’inizio degli anni ’80 decisi di lasciare definitivamente il mestiere di architetto e di dedicarmi completamente all’industria del cinema. Produssi e diressi una serie di documentari di avventura e viaggi per Canale 5, RAI e Istituto Luce, mettendo a frutto le capacità acquisite nella pratica di vari sport (Skipper, pilota privato, alpinista e rocciatore, velista, subacqueo e viaggiatore).

Tra il 1982 e il 1987 diressi per Canale 5 News un documentario di 15 minuti (il primo mai girato d un civile) a bordo del nuovo jet della Pattuglia Acrobatica Nazionale: MB 339 un jet per 1000 acrobazie. (Uno scoop che battè la RAI in volata)

Di seguito, per la trasmissione RECORD di Canale 5 (Cesare Cadeo), produssi e firmai molti documentari sull’archeologia subacquea, sul volo in deltaplano, il kayak estremo, la speleologia subacquea, l’arrampicata moderna su roccia e ghiaccio….

Per sei anni collaborai con JONATHAN, DIMENSIONE AVVENTURA, un TV serial di Italia 1 a cadenza settimanale dedicato all’avventura e presentato da Ambrogio Fogar. Per Jonathan produssi e diressi molti documentari. Consegnai ingenuamente l’idea del nuovo format all’allora responsabile della trasmissione che me lo aveva sollecitato. In attesa di una risposta partii per il Tibet per girare uno dei documentari ideati secondo la mia proposta … per trovare l’intera troupe di Jonathan con Ambrogio Fogar che stavano girando la mia idea da vari giorni! Già allora si sapeva che Fogar non era una persona seria: sia il suo giro del mondo controvento sul Surprise sia il suo viaggio al Polo Nord con il cane erano state buffonate a livello mondiale…  Per cui, sinceramente, quando seppi che Fogar aveva avuto un incidente nel deserto non ne fui molto dispiaciuto. 

Ecco alcuni film prodotti e firmati per Jonathan: 

– CARNATIC: LA NAVE SENZA VOLTO, 16mm-32’:un film subacqueo che racconta la scoperta di un tesoro in un relitto affondato nel 1860 in Mar Rosso. Il documentario offre scene di fiction in cui è stata ricostruita la vita di bordo con costumi dell’epoca… (1° Premio al festival dell’Immagine subacquea di Juan les Pins) (Italia 1)

– THE TIME MACHINE, 16 mm, 32FACE TO FACE 16 mm 29, due documentari a soggetto incentrati sulle nuove tecniche dello sci (telemark, monosci, e snowboard) (Italia1)

– ACQUA, NUVOLE E PICCHI” 16 mm, 26: il primo documentario di arrampicata mai girato in Cina. (Italia1)

Nel 1985 produssi e diressi:

– KUKENAM, 16mm-30’: (Istituto Luce) un film che racconta la storia di una spedizione alla volta della quinta cascata del mondo: il Salto Kukenam, in Venezuela. Scopo del viaggio: salire la parete da cui precipita la cascata e filmarla per la prima volta da vicino. 

Dal 1988 diressi vari documentari industriali e spot. Tra questi ultimi: NUTELLA per Ferrero, VAL D’AOSTA, VALTELLINA, e vari per SECTOR SPORT WATCHES

Nel 1993 firmai (regia e fotografia) “VALTELLINA: UN MONDO TRA LE ALPI” : un documentario turistico sulla Valtellina che ottenne un gran successo internazionale vincendo:

il Golden Flower al FESTIVAL DI KALOVY VARI, nella Repubblica Ceca,

la Gold Medal al NEW YORK FESTIVAL del 1994,

il Golden Award al CHICAGO INTERNATIONAL VIDEO FESTIVAL del 1994. È dichiarato:

Best Film al FESTIVAL DER FESTIVALS di Vienna, manifestazione che presenta in gara i film che hanno vinto nelle altre manifestazioni mondiali. Fu così premiato come il miglior film turistico dell’anno 1994

il Premio Lombardia al festival del Film Turistico di Milano

Nello stesso anno, produssi e diressi una serie di 10 puntate “IL MONDO DELLA MONTAGNA” che venne acquistata da molte TV private e dall’ALITALIA

Tra il ’92 e il ’94 firmai la regia di 8 film di sport estremo per le due serie TV chiamate “NO LIMITS” (ITALIA1)

I temi “RECORD DI PARACADUTISMO” (da 12.000 metri senza ossigeno), “L’ALIANTE” (Un triangolo di 1.300 km nelle Alpi), SCI ESTREMO” (Pierre Tardivel scendeva due pareti nord del Monte Bianco in prima mondiale).

Nel 1994, per la seconda serie (di cui ho ideato il format), firmai la regia e la fotografia di “Icefalls” (dal fondo di un crepaccio alla cima di una delle vie glaciali più difficili del Monte Bianco), Buildering (la scalata, in solitaria e senza assicurazione alcuna, di alcuni dei più alti grattacieli americani), B.A.S.E. Jump in U.S.A. (lanci con il paracadute da molti grattacieli europei ed americani, dal più alto ponte del mondo e da antenne TV di quasi 400 metri) e Canyoning (torrentismo estremo con tuffi da 30 metri nelle pozze dei fiumi)

Questi 4 film hanno vinto, fino ad oggi, 19 Premi nei più importanti Festival Cinematografici Internazionali (Con Valtellina, i grandi premi internazionali vinti con i soli film di sport e natura sono 24)

Nel 1995, firmai soggetto, sceneggiatura, produzione esecutiva e le riprese di alcune parti di “MAKING TECHNOLOGY”: un documentario a soggetto per FINMECCANICA, finanziaria di stato per l’alta tecnologia. Il lavoro mi impegnò per due anni in tutto il mondo per documentare l’eccellenza dell’alta tecnologia italiana. Il film, 35mm -17’, vinse numerosi premi in tutto il mondo.

I documentari industriali del 1997 sono stati effettuati per clienti come BENETTON SPORT SYSTEM, LANGE SKI BOOTS, NORDICA, KASTLE SKI, DOLOMITE, etc.

Dal 1993 scrissi progetti per serie televisive e fiction d’azione, basate sull’avventura.

Dal 2001 lavorai nel campo multimediale producendo DVD interattivi

 

PRODUZIONI E REGIE

1998/99 SPOTNUVENIA (prodotto femminile)

DIREZIONE E PRODUZIONE: UN DOCUMENTARIO DI 52 INTITOLATO “FRANÇOIS LEGRAND: CLIMBING IN THAILAND” (RAI1, EUROSPORT, TSI)

UN DOCUMENTARIO INDUSTRIALE DI 16 INTITOLATO “RESEARCH, TECHNOLOGY AND EXPERIENCE” PRODOTTO PER SGF (Gruppo Impregilo)

SOGGETTI E SCENEGGIATURE: TESTO E PRE-PRODUCTION DI UN DOCUMENTARIO INTITOLATO “TRAVELLING AND LIVING: UNDERGROUND“.

1999/2000 DIREZIONE E PRODUZIONE: UN DOCUMENTARIO DI 52’ “JIM BRIDWELL: THE AMERICAN LIVING LEGEND” GIRATO IN CALIFORNIA. JIM BRIDWELL, MITO MONDIALE DELL’ARRAMPICATA MADE IN USA, RACCONTA L’EVOLUZIONE DI QUESTO SPORT DI CUI È UNO DEI MASSIMI ARTEFICI

(Per RAI TV e TV Slovena.)

– UN DOCUMENTARIO DI 38’ INTITOLATO “MONDO CIESSE” PER CIESSE PIUMINI: (società del gruppo Fila)

– UN DOCUMENTARIO INDUSTRIALE DI 6’ PER “DOLOMITE” SKI BOOTS

– UN DOCUMENTARIO DI 15’ INTITOLATO “SGF’s PART IN THE HIGH SPEED RAILWAY PROJECT” PER SGF S.p.A. (Gruppo Impregilo)

– UN DOCUMENTARIO DI 26: “LA LOMBARDIA INCONTRA IL TIBET” SULLA VISITA DEL XIV° DALAI LAMA IN LOMBARDIA DURANTE IL MESE DI OTTOBRE 1999. (Per il Consiglio Regionale della Lombardia)

– UN DOCUMENTARIO DI 5 INTITOLATO “LA NUOVA SEDE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

2000/2001 DIREZIONE E PRODUZIONE: UN DOCUMENTARIO INDUSTRIALE DI 48’ PER LA CIESSE-PIUMINI INTITOLATO “IL MONDO CIESSE”

UN DOCUMENTARIO INDUSTRIALE DI 10’ INTITOLATO “WORLD CUP” PER ROSSIGNOL LANGE

UN DOCUMENTARIO INDUSTRIALE DI 8’ PER KONG INTITOLATO “KONG

2001/2002 DIREZIONE E PRODUZIONE: UN DOCUMENTARIO INDUSTRIALE DI 10’ PER IL CLIENTE LANGE. “A CHAMPION AMONG THE CHAMPIONS” SUL NUOVO MODELLO 2002

UN PROGETTO MULTIMEDIALE MOLTO COMPLESSO PER LA MULTINAZIONALE ABB

UNA PUNTATA DELLA SERIE “GRANDI ITALIANI” PER RAI INTERNATIONAL DI 29’ SU “ELISABETTA BIANCHETTI: LA STILISTA DEL PAPA

2002/2003

  • UNASERIE TV DI 18 PUNTATE PER RAI SAT SHOW CHIAMATA “POINT BREAK” SUGLI SPORT ESTREMI
  • UNA PUNTATA DELLA SERIE “GRANDI ITALIANI” PER RAI INTERNATIONAL DI 32’: “ARMANI E IL SENSO DELLE ARTI

2003

  • UNA PUNTATA DELLA SERIE “GRANDI ITALIANI” PER RAI INTERNATIONAL DI 35’:FATE, DRAGHI E PINOCCHI (l’illustrazione dell’infanzia)
  • CONTINUA E TERMINA ILPROGETTO MULTIMEDIALE ABB (CON NUMEROSI DOCUMENTARI E FILMATI TECNICI)
  • UNA PUNTATA DELLA SERIE “GRANDI ITALIANI” PER RAI INTERNATIONAL DI 30’: “FERRE’ E LA MODA
  • UNA PUNTATA DI 30’ DELLA SERIE “GRANDI ITALIANI” PER RAI INTERNATIONAL DEDICATA A LUCA SI MONTEZEMOLO E CHIAMATA “IL SOGNO DI UN UOMO: FERRARI
  • UNA SECONDA PUNTATA DI 30’ DELLA SERIE “GRANDI ITALIANI” PER RAI INTERNATIONAL DEDICATA A LUCA SI MONTEZEMOLO E CHIAMATA: “MASERATI: LA STORIA NELLA STORIA
    • UNA PUNTATA DELLA SERIE “GRANDI ITALIANI” PER RAI INTERNATIONAL DI 30′ : ARMANI E IL SENSO DELL’ARTE

2004

  • UN DOCUMENTARIO DI 52’ PER LA TELEVISIONE SVIZZERA INTITOLATO: “BOLIVIA: L’ALTOPIANO ANDINO
  • UN COMPLESSO PROGETTO MULTIMEDIALE PER IL CLIENTE MEREGALLI
  • ENTRA A FAR PARTE DI “CIVICOM” : IL MAGGIOR GRUPPO DI COMUNICAZIONE PUBBLICA IN ITALIA.
  • UNO SPOT DI 30” LOMBARDY MOUNTAINS PER LA REGIONE LOMBARDIA
  • UN DOCUMENTARIO DI 6’ DAL TITOLO “MOUNTAINS OF LOMBARDY” PER IL COLUMBUS DAY A NEW YORK
  • PRESENTA IL PROGETTO MULTIMEDIALE “FINALE LIGURE” SU RICHIESTA DEL COMUNE LIGURE

2005

  • INIZIA UN PROGETTO MULTIMEDIALE NEL COMUNE DI“FINALE LIGURE”
  • “JIM BRIDWELL: THE AMERICAN LIVING LEGEND”ARRIVA IN FINALE AL FILMFESTIVAL DI GRAZ (AUSTRIA) – A QUELLO DEI DIABLERETS (SVIZZERA) , AL FILMFESTIVAL DI TRENTO, A SALZBURG, A SEOUL.

2006

  • PROFESSORE ALL’UNIVERSITÀ DI GENOVA. ESEGUE UN SEMINARIO DI 25 ORE INTITOLATO FILMMAKING PER L’ANNO 2005/6
  • SVILUPPA PER LA FOX IL PILOT PER UNA SERIE TV CHIAMATA KITEBOY
  • ALL’UNIVERSITÀ DI GENOVA INIZIA UN MASTER SUL CINEMA PER L’ANNO 2006/7

2007

  • ALL’UNIVERSITÀ DI GENOVA (SEZIONE DI SAVONA) CONTINUA A INSEGNARE IN UN MASTER SUL CINEMA
  • SCRIVE METÀ DI UN LIBRO SU JIM BRIDWELL PER VERSANTE SUD CON GIOVANNI GROAZ: titolo “THE BIRD”. (L’ALTRA METÀ È SCRITTA DA BRIDWELL STESSO)
  • ORGANIZZA VARIE SERATE NELLE QUALI PRESENTA I SUOI ULTIMI LAVORI.
  • INVITATO AL FESTIVAL DI TRENTO A PRESENTARE CON FOTO E VIDEO LA SUA CARRIERA

2008

  • INIZIA UN DOCUMENTARIO SULLE QUATTRO STAGIONI DEL COMPRENSORIO DI COURMAYEUR, LA SALLE, PRE ST DIDIER E MORGEX PER IL CLIENTE AIAT
  • TRADUCE IL LIBRO AMERICANO DI JIM BRIDWELL E NE AGGIUNGE UN BUON 50% . IN ITALIA SI CHIAMERÀ “THE BIRD – THE YOSEMITE LIVING LEGEND” E USCIRÀ PER I TIPI DIVERSANTE SUD
  • PRODUCE IL DVD “JIM BRIDWELL: THE YOSEMITE LIVING LEGEND” CHE VENDE ALLA RIVISTA ALP Anni dopo verrà editato dalla Gazzetta dello sport con la presentazione di

2010

–       VIENE INVITATO A FAR PARTE DELLA GIURIA DEL FESTIVAL DELLA MONTAGNA DI TRENTO

2011

–       INIZIO LA PRODUZIONE DEL NUOVO FILM SU ALFONSO VINCI. COLLABORO CON IL CAI CENTRALE NELLA PERSONA DI PINO BRAMBILLA DIRETTORE DELLA CINETECA E CON EUGENIO PESCI PER I TESTI. IL LAVORO DURERA’ UN ANNO CON LA LETTURA DI TUTTI E DIECI I LIBRI SCRITTI DA VINCI, IL RITROVAMENTO DI DUE FILM IN 16 MM A COLORI, CHE SARANNO RESTAURATI E UNA SERIE DI RIPRESE CHE TERMINERANNO L’ANNO SUCCESSIVO CON IL MONTAGGIO E LA POST-PRODUZIONE. IL FILM SARA’ RESO DISPONIBILE ALLE SEDI DEL CAI CHE LO RICHIEDERANNO E VIENE PRESENTATO A VARI FESTIVAL INTERNAZIONALI.

2012

– IL DOCUMENTARIO “ALFONSO VINCI: IL FILM DI UNA VITA AVVENTUROSA” VINCE IL PREMIO PER IL MIGLIOR FILM D’AVVENTURA AL FESTIVAL DEL CINEMA D’AVVENTURA DI GIRI-DOOT IN INDIA.

– INIZIA LA PREPARAZIONE AD UN NUOVO DOCUMENTARIO IN COLLABORAZIONE CON MAURIZIO OVIGLIA.

NEGLI ANNI SEGUENTI CONTINUO A PRODURRE FILM E DOCUMENTARI TRA CUI MI PIACE RICORDARE IL DOCUMENTARIO ISTITUZIONALE DEL C.A.I. CHE MI HA IMPEGNATO PER OLTRE DUE ANNI IN GIRO PER LE ALPI.