Levissima – 2 Spot del 1988 girati insieme

Ho già avuto modo in altra parte del sito di sottolineare la logica perversa di molti spot che vengono prodotti esattamente nella stagione sbagliata. Ovviamente ci sono varie ragioni per cui questo accade, ma non è questo il luogo per discuterne. Piuttosto vorrei raccontare la difficoltà di girare due spot nello stesso tempo in una location che ha bisogno di avere la neve perfetta e bianchissima in piena estate. La casa di produzione dove lavoravo mi chiese se avevo delle idee e dopo qualche riunione e discussione ci ritrovammo tutti in viaggio per la Svizzera con l’intenzione di andare a girare a circa 4000 metri sul Monte Rosa.

Il problema era quello di portare a 4000 metri qualche quintale di materiale, una troupe da 35m completa due o tre Arriflex, riflessi, cavi, cavalletti teleobiettivi da 400 o più, tenda cucina, tenda trucco, area riposo per gli attori e i clienti etc etc con gli, attori, i truccatori, i parrucchieri e i clienti … in carne ed ossa.

Le scene del prodotto furono girate all’arrivo del Gornergrat
La parte del prodotto fu girata all’uscita del treno del Gornergrat. Solo le scene di volo furono girate a oltre 4.000 metri. La modella al trucco prima di uscire sul ghiacciaio

Niente di proibitivo se non ché le storie prevedevano che i protagonisti fossero due personaggi che dovevano essere al di fuori della normalità. Uno spot prevedeva che una splendida ragazza si lanciasse con un deltaplano (allora i parapendii c’erano ma erano meno in voga) dai 4517 mt della Sella d’Argento sul Rosa ( per essere sicuri di trovare in piena estate un pò di neve pulita)dopo aver bevuto una sorsata di acqua del cliente, mentre la seconda storia prevedeva che uno splendido uomo si lanciasse con il suo parapendio dopo aver bevuto la stessa acqua. Ovviamente per ottenere delle sequenze decenti bisognava che :

  1. il sole fosse pieno
  2. Ci fossero ogni volta il parapendio e il deltaplano pronti per ottimizzare le ore di volo (per preparare il delta ci voleva tempo: bisognava smontarlo all’atterraggio, caricarlo sull’elicottero, sbarcarlo al decollo e rimontarlo…. alla fine si filmarono due voli del parapendio per ogni decollo del delta.
  3. che ci fossero gli attori in perfette condizioni ( dovevano ogni volta rimontare il deltaplano che veniva riportato su da uno o due elicotteri i quali portavano su e giù anche l’operatore per permetter loro di scegliere diverse angolature.
Uno dei pochi atterraggi filmati insieme. Hans aveva più facilità nell’atterrare col parapendio vicino al punto in cui era sceso il delta.

Oggi con le varie Go pro, con i droni e con le macchine digitali sarebbe stato facile, ma allora filmare in 35 mm significava caricare e scaricare le varie macchine molto spesso con gli elicotteri spesso in volo stazionario su pendii abbastanza inclinati, regolare la elivision per ogni tipo di ripresa che si voleva fare ( impossibile ovviamente vedere cosa si era riusciti a filmare… un incubo.

Se vi chiedete chi era la ragazza, veramente bella, alta 1.82 mt, che volava con il delta da 4500 metri …

bé era un mio amico: Gianni Hotz che all’ultimo momento, nella miglior tradizione hollywoodiana, si sostituiva alla modella e decollava con tette finte e splendida parrucca! Erano ancora lontani i tempi in cui splendide ragazze o addirittura modelle e attrici praticavano sport estremi con successo.

Gianni Hotz, costruttore dei Delta Laminar, e ottimo pilota pronto a fare da stunt

Il pilota del parapendio era già bello di suo. Hans Marguerettaz, guida alpina di Courmayeur, con occhi e fisico magnifici era anche pilota di aliante e si prestò gentilmente alle scenette.

Il risultato costò la solita fortuna in ore di elicottero, alberghi a 12 stelle, funivie, trenini svizzeri e spese simili. Gli spot furono gli ultimi prima di quelli di Messner (altissima, purissima, Levissima) con l’accento tirolese del grande alpinista