A proposito questa è una foto che celebra il mio primo film. Un servizio di oltre 17 minuti su Canale 5 dove raccontavo cosa provava un pilota della domenica (cioè quelli che volano sui “Cessna” degli aeroclub) a fare acrobazia sui Jet della Pattuglia Acrobatica Italiana: le mitiche Frecce Tricolori.
Alle mie spalle potete intravedere l’Arriflex che mi ha accompagnato nel volo. Si girava in pellicola ovviamente e nelle manovre acrobatiche la cinepresa pesava troppo per poterla mantenere stabile… per non parlare dello stomaco che non sopportava l’idea di guardare il mondo attraverso un oculare che fliccherava e inquadrava un panorama laterale rispetto al moto del Jet.
Ma alla fine mi ritrovai seduto sul Martin-Baker ( il seggiolino eiettabile) del Jet. Il cervello andava a mille e tremavo all’idea di dimenticare qualche cosa per poi ritrovarmi il giorno dopo con una pellicola da buttare ( i 120 mt di 16mm duravano appena 12 minuti e, ovviamente . bisognava svilupparli per capire se il lavoro era stato fatto bene.
Potevo filmare solo alla mia sinistra per due motivi. Davanti a me avevo il casco del Com. Bonazzi e una parte dell’Head up display del mio posto di pilotaggio, inoltre il canopy del jet deformava abbastanza le immagini. A destra non potevo puntare la cinepresa perché non avevo abbastanza spazio per ruotarla in quanto il casco mi obbligava a tenerla al pelo sulla spalla. Ero quindi costretto a filmare a sinistra obbligando il mio stomaco a degli sforzi che mi hanno portato più volte sull’orlo del disastro…
![](https://www.michele-radici.com/filmmaker/wp-content/uploads/2020/05/Mike-nel-339-dubitoso-603x400.jpg)
Fortunatamente il film fu un grande successo con tanto di telegrammi dall’Aeronautica Militare di Roma che inorgoglì Canale 5 che l’aveva prodotto. Da questo documentario nacque la mia carriera cinematografica. Da Architetto a regista in 100 minuti!!!
![](https://www.michele-radici.com/filmmaker/wp-content/uploads/2020/05/Bonazzi-mi-da-gli-ultimi-consigli-sul-339-279x400.jpg)
Mi ero allenato facendo un po’ di acrobazia (si fa per dire) ma tra l’emozione dell’avvenimento, la tensione nervosa (dovevo ricordarmi le lezioni per il maneggiamento di una cinepresa altamente professionale) e il continuo andare in apnea per mantenere stabile la cinepresa ad ogni manovra acrobatica il comandante Bonazzi (capo collaudatore Aermacchi) doveva ricordarmi di respirare 100% ossigeno dalla maschera per ritornare quasi normale.