Buildering: the film

Buildering è probabilmente il film che mi ha maggiormente soddisfatto dal punto di vista creativo.

Avevamo appena ricevuto la conferma che la Sector avrebbe prodotto la nostra idea per una seconda serie di “No Limits”. Il produttore De benedetti mi aveva chiesto di pensare a dei film che contenessero un’idea forte e al tempo stesso un record del mondo o qualcosa che gli assomigliasse. Mi ricordo che andai ad aprire il cassetto dove tenevo le idee e i progetti possibili con budget elevati. Era un cassetto pieno di sogni. La maggior parte dei progetti racchiusi era del tipo da costoso a molto costoso. Sfogliai decine di pagine di testi, schizzi e foto con attaccati degli appunti fino a quando estrassi dal mucchio delle “belle immagini” la foto di una modella della rivista Vogue, vestita con dei pantacollant ( la foto risaliva evidentemente agli anni ’80) e una maglietta con degli strass. Intorno alla vita una corda da roccia a cui erano stati appesi ( beata innocenza di quelli della moda) alcuni moschettoni e chiodi. La ragazza faceva finta di arrampicare su una parete a specchio di un grattacielo di New York. La cosa meravigliosa era che si vedevano benissimo sia la schiena e il sedere della ragazza che la parte anteriore del corpo riflessa nello specchio. Intorno a lei lo Skyline di New York inquadrata in una serie di linee squadrate delle finestre: un quadro di Mondrian di sport estremo. Probabilmente la ragazza era a un metro da terra su una terrazza ma l’immagine, proprio per questo urlava che era un’idea fantastica. Fotografia splendida mitica e urbana. La possibilità di vedere per una volta anche il davanti dei climber. La possibilità di girare in città con avvicinamenti inesistenti. Insomma una meraviglia.

telefonammo a tutti i climber che conoscevamo ed avemmo la stessa risposta: no. Ovviamente il no era mascherato in vari modi, dal “non mi interessa, sto facendo solo vie lunghe” al “Non amo arrampicare slegato” al ” che stronzata” etc etc .

Dopo due settimane l’idea non sembrava più fattibile e mi ero rassegnato a cercarne una nuova quando arrivò una telefonata di De Benedetti che mi avvertiva che aveva trovato il climber: Alain Robert. Come avesse detto Mario Rossi: mai sentito nominare. MI disse che era il rpimo climber al mondo ad avere fatto un 8B ( nel 1987!) slegato… Ok risposi allora vediamolo.

Dopo qualche giorno eravamo partiti su un volo per Dallas, il paradiso dei grattacieli. Dal Fountain Place di Pei & partners: una freccia di vetro verde al Bank One di Philip Johnson, ognuno di questi mostri di acciaio e vetro alti oltre 200 metri avrebbe fatto al caso nostro.

Fiasco totale. Tutti gli avvocati dello studio che generalmente gestiscono queste immense proprietà ci risposero che anche se avessimo avuto un’assicurazione da un milione di dollari non avrebbero concesso i permessi. Ogni avvocato appena laureato sarebbe riuscito a scucir loro cifre enormemente superiori in caso di incidente che avesse anche lontanamente coinvolto un loro assicurato ( in caso di caduta di Alain o di malore nel vedere un tizio che cammina fuori dalla finestra a 200 metri da terra…

Ritornammo a Parigi e mia figlia, precedentemente allertata dagli States, aveva trovato un grattacielo alla Defense con una fessura larga esattamenbte quanto Alain mi aveva detto: 3 cm. Sono le rotaie dei carrelli che lavano i vetri delle facciate e che scorrono su queste infinite rotaie che percorrono interamente le pareti dei grattacieli di tutto il mondo.

Buildering 3 Il grattacielo della Elf alla Defense. Alain sta salendo in alto a destra mentre a sx gli operai lavano una parte della facciata. Non si accorgeranno di nulla!

Un venerdì successivo venimmo “svegliati” da una telefonata incredibile. Alain, senza aver firmato alcun contratto con il cliente Sector aveva deciso di salire il grattacielo ELF della defense il mercoledì della settimana successiva. Panico! Metter su una troupe in pochi giorni. Fissare una stanza in un Hotel che sta proprio davanti all’ELF, cercare un elicottero che fingesse di passare di li per caso proprio mentre Alain sarebbe stato a metà salita… insomma un lavoro allucinante. Alain aveva deciso che sarebbe partito alle 11 me 15 minuti pima aveva lasciato cadere lo spolverino bianco che copriva la sua tenuta da arrampicatore e la cintura cui aveva attaccato uno o due cliffhangers (just in case…) levate le sovrascarpe che proteggevano le scarpette dalla polvere ( l’acciaio è un po’ meno aderente del granito….) ed era scattato. I telereporters delle principali TV francesi erano là per immortalare la nascita di quello che oggi si chiama Spiderman.

Il resto è più o meno cronaca. Dopo qualche settimana ricevemmo una telefonata di Alain che ci chiedeva di trovare un buon avvocato americano che lui era pronto a farsi qualche giorno di galera ad ogni salita in cambio di un’immensa notorietà.

Il mio programma era già pronto e prevedeva il Citycorp di Chicago come prima tappa dato che avremmo girato contemporaneamente due film: “Buildering” e “BASE Jump in USA” .

Chicago è la città di Spiderman e il testo del film ricorda le similitudini tra Alain e il personaggio dei fumetti. A New York il nome di Alain Robert era già scomparso ed era nato Spiderman che negli anni successivi sarebbe diventato The French Spiderman.

Il film fu girato con enormi difficoltà e rischi ( più per lui che era agli inizi che per noi che eravamo assicurati anche se rischiavamo di farci sequestrare quelle che allora eran cineprese in pellicola da decine e decine di milioni di lire!

Tutto andò bene e il film fu un successo, anche per gli sforzi della troupe, di un montaggio molto bello e di un testo e una colonna sonora all’altezza.

Nel 2021 una TV regionale lombarda mi chiese il permesso di mandare in onda parecchi miei film di sport e venne a casa per intervistarmi sui problemi di produzione di questi film oltre a chiedermi come era nata la storia. Per Buildering racconta in particolare su come era nata l’idea base e su quanto fosse stato difficile trovare qualcuno che l’impersonasse fino all’incontro con Alain Robert. Qui trovate l’intervista di apertura dal film che, ricordo, fu girato nel 1994 in pellicola 16 mm. Allora Alain era praticamente

 

Il film, girato in 16mm nel 1994 (!)  ha vinto molti premi in giro per il mondo